Solennità della Madonna Regina di Palestina
Omelia di Sua Beatitudine il Card. Pierbattista Pizzaballa
Deir Rafat - 29 ottobre 2023
Cari fratelli e sorelle,
innanzitutto, saluto tutti voi. Oggi siamo in poco numero. È un piccolo raduno. È la prima volta, da quando è iniziata la guerra, che ci incontriamo come Diocesi, come comunità.
È significativo che la prima volta che ci incontriamo come comunità, come Chiesa, è a motivo della Beata Vergine Maria. Come sempre, solo le madri possono radunare la famiglia, la comunità. Devo dire che sono un po' sorpreso per il numero di persone. Ci aspettavamo meno persone. Saluto anche coloro che ci seguono attraverso i media e ringrazio il “Christian Media Center”.
Oggi, come abbiamo detto, riconsacreremo la nostra Chiesa, la nostra Diocesi e la nostra terra alla Santa Vergine, Regina di Palestina. Lo abbiamo fatto diverse volte. Di solito, lo facciamo in momenti molto difficili nella vita della nostra comunità. Sicuramente, questo è uno dei momenti più difficili della nostra storia recente.
Affidare: "riconsacrare" significa "affidare". Questo è un atto importante. Perché quando affidi, dai fiducia. In questo momento in cui il male ci inonda e ci fa ripiegarci su noi stessi, abbiamo bisogno di affidarci e di uscire da noi stessi. Consegnare a Dio attraverso la Santa Vergine Maria tutto ciò che abbiamo nel cuore. Non tenere tutto dentro.
Tutte le letture parlano di Salvezza. La "grande salvezza": la salvezza che riceviamo da Dio attraverso Cristo. In questo momento, quando pensiamo alla salvezza, pensiamo alla salvezza da una situazione specifica che stiamo vivendo. Vogliamo essere salvati da tutta questa orribile situazione di guerra, di bombe, dell'odio che grava sui nostri cuori.
Ed è giusto che sia così. Vogliamo essere salvati da tutto questo. Vogliamo che questo finisca il prima possibile, ma non dovremmo separare le "due salvezze". La salvezza di cui parliamo non è solo quella che sperimenteremo alla fine della nostra vita e alla fine del mondo. La salvezza è anche la nostra salvezza personale. Gesù ci sta salvando da noi stessi, da dove siamo, dal nostro peccato, dalla situazione personale peccaminosa in cui ci troviamo.
Se sperimentiamo questa salvezza, possiamo guardare anche alla situazione che stiamo vivendo oggi con una prospettiva nuova e diversa. La prospettiva è diversa perché l'ultima parola non viene da ciò che stiamo vivendo in questo momento, ma dalla realtà della salvezza che ci ha toccato, attraverso Gesù. Quindi, dobbiamo pregare per questa salvezza: che questa situazione finisca il prima possibile, ma anche per essere in grado di guardare a ciò che stiamo vivendo ora con gli occhi di una persona salvata. Se sei una persona salvata, credi ancora nella speranza. La parola fiducia non è una parola vuota.
Il secondo punto è che abbiamo ascoltato una parte del Magnificat.
Il Magnificat si può riassumere in una parola: "capovolto". Ciò che è in alto scende in basso, i potenti sono umiliati. Gli umili saranno innalzati. Ho la mia interpretazione immediata di questo, ma ora non ve lo dirò.
Questo ci insegna anche che dobbiamo capovolgere il nostro modo di pensare. Ora, la parola che guida nel mondo è apparentemente la parola dei potenti. Tuttavia, nel Magnificat sentiamo che la voce sarà la voce degli umili. Noi crediamo a questo. Stiamo vivendo un momento di oscurità. Proprio per questo è anche importante mantenere un po' di distanza dalla nostra situazione per essere in grado di vedere cosa stanno facendo i piccoli e gli umili.
Ricordo in questo momento la Beatitudine: "Beati i miti, perché avranno in eredità la terra". Il che è vero. Non sono coloro che distruggono, che fanno la guerra, che fanno quello che stiamo vedendo ora, ad ereditare la terra.
Tutto quello che siamo oggi, questi luoghi, le nostre comunità, ciò che stiamo vivendo, in tutti i campi - cultura, arte, vita sociale... tutto ciò che siamo e abbiamo - è il frutto degli umili che l'hanno costruito. Anche se ora abbiamo l'impressione che in questo mondo, l'ultima parola è di coloro che prendono decisioni sul destino dei popoli, in realtà quello che siamo oggi, quello che pensiamo, quello che proviamo, la nostra esperienza nelle nostre famiglie è il frutto non di quei potenti che vogliono distruggere, ma degli umili e dei semplici che, poco a poco e giorno dopo giorno, hanno costruito quello che siamo oggi. Questi sono i miti della beatitudine.
In questo momento di oscurità, vogliamo essere tra coloro che costruiscono. Ciò che ci si aspetta dopo questa situazione sarà molto impegnativo. Non mi riferisco alla ricostruzione fisica. Quella sarà la parte più facile.
Ricostruire la fiducia.
Per questo, avremo bisogno di tutte queste persone miti, di tutti gli umili, dei piccoli del mondo. Attraverso di loro possiamo continuare a costruire ed ereditare la terra e dare alla prossima generazione la terra piena di grazia e di cose belle.
Possa la Santa Vergine consolarci, confortare tutti noi e illuminarci con qualche parola che possa confortarci e illuminarci. Preghiamo per la nostra comunità e per tutti i popoli della terra. Preghiamo il Signore, nonostante tutto, perché possa far sorgere da tutte le nazioni persone umili pronte a costruire la fiducia.
†Pierbattista Pizzaballa
Latin Patriarch of Jerusalem